Questo è un DIARIO DIGITALE. Le pagine che sto scrivendo si propongono di raccogliere in maniera sistematizzata il materiale documentale (ed emozionale!) che segna la mia meravigliosa esperienza di ricerca congiunta con l'U.C. Berkeley - Center for New Media "Una giocosa avventura che costituisce l'occasione per un vero salto di qualità nella mia formazione" Sarà capace di farcela il giovane ciociaro volante? Giammai, senza di voi!

domenica, ottobre 17, 2010

Di come la conoscenza nasca dall’amore

Premessa:

a volte l'aria che si respira all'Università è appestante, passi interi mesi senza trovare uno stimolo negli occhi di quelli che sarebbero i tuoi "maestri"...
ma come direbbe quelgrande pensatore crativo di Corrado Guzzanti:
"la risposta è dentro di te, ed è sbagliata!"


tratto da: Contributi al progetto pedagogico (prima bozza)
Scuola europea in Parma
Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna


In una scuola europea gli alunni (e augurabilmente i docenti) imparano a stimarsi, volersi bene e amare di conseguenza il comune riferirsi a fonti culturali unitarie, magari differenti e diverse ma sempre relazionate tra loro.
Il filosofo dell’educazione G.M.Bertin, ben prima e con ben maggior profondità degli psicologi della “intelligenza emotiva” (Goleman) e seguendo suggestioni nietszchiane, ha proposto l’affascinante immagine di una “razionalità demonica” mossa dai sentimenti: una ragione non scientista, né tecnicista bensì capace di andare oltre l’evidente e di stabilire una preziosa interazione tra il mondo del mythos e quello del logos, tra spirito dionisiaco e apollineo. E’ una razionalità aperta alle istanze estetiche, filosofiche, alle inquietudini e sollecitudini del quotidiano, ma anche una razionalità capace di prenderne le distanze.

Debitori come siamo per molti aspetti alla visione illuminista della ragione (non va dimenticato che dopo Platone la più importante riscoperta del potere critico della ragione è avvenuta in questo periodo storico), propendiamo a pensare che la genesi del pensiero sia da rinvenirsi nelle dinamiche emotive e affettive, sia di segno positivo che negativo.
L’amore –ce lo ha insegnato una grande donna, santa Teresa de Avila) non è solo il “carburante” della cognitività, non si limita ad assolvere a una funzione propulsiva ma contribuisce potentemente ad indirizzare il pensiero, a costruirlo, a cogliere certi tratti e non altri, a porre determinate questioni, a “vederle”. La sensibilità etica, civica, la scelta di “sentire” certi problemi e non altri, il gusto verso testi letterari, architettonici nascono dalle regioni dell’affettivo.
A nostro avviso, il pensiero “debole” (termine forse poco felice, però costituisce ormai un paradigma individuabile), complesso, problematico, non assertivo, aperto al possibile, plurale, tollerante nasce e si alimenta da un’affettività che rende possibile quel tipo di pensiero.
L’ affettivo non solo è una condizione del cognitivo e della conoscenza creatrice, ma è la scaturigine del conoscere, è elemento costitutivo della conformazione cognitiva.

La conoscenza viene dall'eros (ancora Platone), senza l'amore è il Nulla o l’interminabile accademica iterazione di un sapere estinto perchè non incessantemente nuovo (Gentile).

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