Questo è un DIARIO DIGITALE. Le pagine che sto scrivendo si propongono di raccogliere in maniera sistematizzata il materiale documentale (ed emozionale!) che segna la mia meravigliosa esperienza di ricerca congiunta con l'U.C. Berkeley - Center for New Media "Una giocosa avventura che costituisce l'occasione per un vero salto di qualità nella mia formazione" Sarà capace di farcela il giovane ciociaro volante? Giammai, senza di voi!

martedì, luglio 31, 2007

Semantically Mediated Objects Representation

Eccoci!
Questo semplice ed efficacissimo video descrive un'applicazione, nel dominio della linguistica, di quel che vogliamo proporre per migliorare la comunicazione e la collaborazione tra le sempre più numerose specializzazioni nel mondo dell'AEC - Architecture/Engineering/Construction.
Tra gli specialisti chiamati a collaborare in un progetto di architettura si presentano sempre delle ambiguità di interpretazione in merito ai rispettivi contributi e ancor di più alle motivazioni che li producono. Riteniamo che l'esplicitazione delle strutture semantiche che governano i significati di quei contributi sia una chiave per eliminare la parte dannosa di tale ambiguità. Con il supporto adeguato del computer ogni progettista può essere facilitato nel definire l'insieme strutturato di oggetti e relazioni con cui modella la sua realtà ontologica; magari un domani potrà scaricare on-demand il pacchetto semantico più adeguato da Internet e rimodellarlo opportunisticamente secondo le proprie esigenze progettuali!



Cioè.
Mettiamo di voler costruire un bell'edificio nuovo per la Facoltà di Ingegneria: intorno al tavolo di progetto ci si siedono in tanti: l'architetto tecnico e quello compositivo (hi, hi, hi!), lo strutturista (sempre sia lodato!), l'impiantista (sostenibile e da sostenere), il politico (vero), il manager (illuminato) e via dicendo, ognuno che cerca e trova soluzioni, descrive e modella la parte di sua competenza. E' cosa nota che 'ste parti, 'sti elaborati di progetto, siano assolutamente intrecciati e interdipendenti, sempre in cerca di integrazione fino al momento del collaudo... ma no, che dico, anche dopo, durante la gestione, manutenzione e demolizione! Essi si basano su gli stessi oggetti -per es. lo stesso muro di progetto si può intendere come una "Tamponatura esterna" o "Setto portante" o "Membrana superficiale di contatto" a seconda di chi lo guarda- che i progettisti descrivono, modellano, prefigurano, verificano attraverso sistemi di relazioni dai significati differenti e spesso ignorati reciprocamente. In più quelle parti dello stesso progetto definiscono responsabilità individuali ben precise, ma condividono la responsabilità sovra-ordinata legata al Progetto completo, congruente ed unico della nostra Nuova Facoltà di Ingegneria. (Ghery a Bilbao aveva un unico modello digitale che integrava i contributi specialistici e ne verificava la consistenza, con una divisione delle responsabilità legali definita ad hoc).
Quello che ci proponiamo di fare è facilitare il processo di comunicazione, reciproca comprensione, condivisione delle scelte e perchè no, di compromesso creativo (pace all'anima di Moro e Berlinguer) fra i progettisti. Expert Systems, Web-based Design Technologies, Content/Context-Based Tools possono facilitare la discussione ed aiutarci a comprendere: stiamo lavorando per sviluppare sistemi e meccanismi software capaci di filtrare, tradurre ed interpretare le soluzioni specialistiche di chi si trova a collaborare secondo le infinite prospettive di ogni super-esperto...
Ebbene si: nuove tecnologie e nuovi media ci possono aiutare parecchio, se capiamo come usarli in tutte le loro potezialità, per questo scopo. Ci possono suggerire nuove possibilità e ci possono guidare verso direzioni impensate (certo, anche sbagliate!)

Che poi un certo livello di ambiguità si possa rivelare tutt'altro che dannosa è cosa assai giusta e meravigliosamente affascinante da esplorare. Intanto, mentre ci impegnamo a migliorare le nostre capacità di progettisti, non è facile, ma si faciliti il facilitabile.

mercoledì, luglio 11, 2007

NEWS DA BERKELEY

LA STAMPA dell'11 luglio 2007 "TuttoScienze", pag IV
LA STAMPA dell'11 luglio 2007 "TuttoScienze", pag V

Pare che l'Italia si interessi ancora a questi giovani, che prima studiano nelle nostre Università e poi vanno a fare ricerca negli States.
Ora, forse è un caso che ci sia finito anch'io in questo articolo, che in America ci sono andato per imparare a fare ricerca, determinato a tornare e ad applicare nel mio Bel Paese quel che ho appreso... ma riflettendoci, visto che sono chiamato in causa, mi vengono in mente alcune considerazioni: una è che evidentemente le nostre Università funzionano (è lì che hanno studiato 'sti cervelli prima della fuga, o no?). Un'altra che ha i toni della beffa: gli States hanno risparmiato tutti i costi di formazione di questi ricercatori (che invece sono stati affrontati dalla nostra collettività). E ancora, a seguire, non è stato detto, ma tutti avrebbero preferito rimanere in Italia dove -oggettivamente- si vivrebbe meglio a parità di stipendio e infrastrutture (e secondo me anche a metà di stipendio e infrastrutture per la ricerca). E quella passione che si cita nell'articolo, quella che spinge 'sti disperati a cercare altrove un luogo per esprimersi, è veramente così difficile da trattenere, valorizzare e capitalizzare nei nostri confini? Siamo europei? e allora facciamo come gli altri Paesi europei, almeno! Ad Posteros

sabato, giugno 16, 2007

Filtering 4D Human Views

Pietro Sedati: chi era costui? ...bhè, un giovane sinceramente tagliato per la ricerca (un pò meno per lo studio troppo teorico!), che per la ricerca si sta spendendo senza sosta, con generosità e coraggio da bravo ragazzo. Questo post (pare proprio ben riuscito...poi giudicate voi) è dedicato a lui, mio compagno di ventura, con il quale ho condiviso questo lungo periodo, cioè un'intensa esperienza di studio nella Bay-Area. Ci si è presi cura a vicenda l'uno dell'altro (no, no, ho capito che stiamo a SanFrancisco, ma tranquilli, niente sesso!), perchè la vita da emigrante, anche se privilegiato, "della cultura", a tratti è proprio pesante, credetemi. Bhè, con questo compagno di ventura, eccoci riusciti a fondere il senso dei nostri "topics", di quello che prima di tuttto, quotidianamente, dava valore al nostro impegno. In questo video si incontrano alcune qualità estetiche e semantiche che caratterizzano le nostre rispettive ricerche: Medical_Imaging_Radiology nel Lab4D di Stanford e Architecture and New Media, sparso nel Campus di Berkeley. Estetiche perchè legate alla rappresentazione leggibile della conoscenza, meglio ancora alla sua visualizzazione, su uno schermo, nel tempo (non è cinema nè video-clip nè video-istallazione). Semantiche perchè ad esse sono legate le intrepretazioni di quello che facciamo, il senso che diamo a certe immagini, le nostre Knowledge Bases, per dirla alla yankee (vi assicuro che qualcosa c'abbiamo anche noi). Tutto il resto è noia.

Hops! quasi dimenticavo: il signore della foto è vivo, e quelle sono immagini 3D catturate da una TAC...

giovedì, giugno 14, 2007

Interfacciarsi con nuovi media


sito web

My West-Coast

Quando passo a farmi un paio di pinte al Pub Vesuvio su Colubmus Ave mi sembra più facile immaginare l'Altra America.
Un contributo per chi da sempre ama Keruac e la sincerità Beat
http://www.youtube.com/watch?v=LJ_Nk_aPWnE

http://tv.repubblica.it/home_lle idee.
Epage.php?playmode=player&cont_id=10790

mercoledì, maggio 30, 2007

Viaggi virtuali

Si, viaggi virtuali sempre più realistici.
Google Map questa volta ci permette di farci un giro ad altezza uomo,
per le strade di alcune città del mondo.
Planare in volo dalla vista-globo fino a poter godere di una fotografica Street-View.


Provateci, le zone coperte sono quelle contrassegnate in blu.

mutazioni estetiche

I volti delle donne nell'arte

Guardate che vi abbiamo pizzicato col fratello Sedati, in una di quelle serate conviviali -che a te emigrante, ti salvano la vita- e che solo noi italiani siamo capaci di inventare ed apprezzare.
Tra un bicchiere di vino ed il cacio con le pere, si manifestò tal mirabile visione.
Si tratta di una meravigliosa animazione, un processo di morphing che in una danza mozzafiato rincorre la Bellezza, così come alcuni maestri della pittura l'hanno vista dipinta sul volto di una donna.
Una vertiginosa carezza, lunga 500 anni. Da condividere.
Buona visione.

mercoledì, maggio 16, 2007

mutazioni cognitive

Premessa:

-fotogramma di una chattata:

[7.10.24] armando trento scrive:
Oh, io so’ ingegnere!
ma siccome mi occupo di porgettazione collaborativa...
Mi sembrava.... senza nulla togliere agli ingegneri....
...mi tocca uscire dall'ambito disciplinare del vecchio tecnico impolverato e capire il mio ruolo con l'aiuto di altre prospettive...
[7.11.13] Marco Luparia scrive:
Stai per caso facendo un corso di fumo negli occhi?
[7.11.35] armando trento scrive:
hi, hi, hi! ogni tanto lo penso anch'io...
ma poi mi rispondo:
pala e piccone!

A che si riferivano?

tratto da: Contributi al progetto pedagogico (prima bozza)
Scuola europea in Parma
Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna


"Chi si é formato a contatto con le immagini elettroniche e i saperi collegati vedrà e rappresenterà il mondo diversamente rispetto a chi si è formato sui libri.

Sottrarsi alla tentazione nichilistica, autoeducarsi a un pensare indagante

Ci è toccata la ventura di vivere una speciale giuntura del tempo, svelatoria di quel che é stato ed é; forse, a saperla decrittare, annunciatrice di quel che sarà: dunque, nel senso più letterale della parola, apocalittica. La nostra generazione, ultima dell'era preinformatica, ha letto il mondo e lo ha concepito (nel doppio significato di capire e dare alla luce) attraverso la parola e la scrittura. Lo ha attraversato grazie al nome che ciascuno di noi ha ricevuto dai genitori, alle prime e fondamentali indicazioni dei maestri; lo ha penetrato attraverso le pagine dei classici. Da oceani di parole pronunciate e ascoltate, dalle acque della tradizione, dai miti, dalla parola fatta storia e genitrice dello spirito nacquero i primi libri, i più grandi: Gilgamesch, l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia. Quando la parola si fu fermata sulla stele, sul papiro, sulle tavole d'argento iniziò l'età della scrittura e con essa la contemporaneità nella storia, la coabitazione della distanza (ma anche, a differenza che in Internet [qui dissento n.d.Blogger] , l’intelligenza del differire e dell’essere rispettivamente altri ). Fissati i pensieri nella pietra o nella carta, fu possibile allontanarsene, scoprire l'alterità del passato e dei giorni nuovi. Occorre ricordare questa storia, ora che stiamo per uscire dalla scrittura, ora che l'immensa macchina mondiale sta per costruire mondi virtuali più veri del vero, perché al tempo stesso eventi e mediazioni di eventi, mondi senza bisogno di lettura perché autodidascalici, autoesplicitanti, avidi di assimilare a sé gli abitanti del vecchio mondo. [qui godo n.d.Blogger]


Chi si é formato a contatto con le immagini elettroniche e i saperi collegati vedrà e rappresenterà il mondo diversamente rispetto a chi si è formato sui libri. Il soggetto tardomoderno (e il bambino in particolare) sta subendo una mutazione cognitiva di cui nemmeno all'università potrà conoscere i motivi e le dinamiche profonde. Rispetto al resto del mondo, in Europa ci sono maggiori difese ma non è il caso di trascurarle."


Scritto da: Gabriele Boselli
Inserito il: 25/09/2004

domenica, maggio 13, 2007

Riflessioni di mezza "meravigliosa" avventura

"Nell'inventare la trama di un film gli sceneggiatori conoscono bene l'importanza narrativa della figura mitologica del Mentore. Per uscire dalla sfera domestica del mondo ordinario, iniziando così una nuova avventura, il personaggio principale del film (l'Eroe) deve spesso superare l'esitazione tipica di chi si trova a dover affrontare le incognite del futuro. La seduzione del viaggio avventuroso entra sempre in conflitto, quindi, con un richiamo alla prudenza che ci rende dubbiosi: e se non valesse affatto la pena correre il rischio di lasciare la vecchia strada per la nuova? Perché allontanarsi dalle sicurezze acquisite? La comparsa nella vicenda narrata della figura del Mentore (inteso come donna o uomo fidati, depositari di verità e saggezza) può assumere allora un ruolo decisivo nel rompere il comprensibile indugio dell'Eroe. Per decidersi a tentare il superamento della Prima Soglia (e in seguito ad affrontare la Grande Prova) il nostro eroe deve dunque incotrare una Guida che possa indicargli il Percorso da compiere, poiché ogni Dante ha bisogno del suo Virgilio. Il viaggio dell'Eroe è una ricorrente metafora delle fiabe che installa nella coscienza del singolo (fosse anche quella del bambino più "ingenuo") un'idea filosofica non certo scontata e dalle molteplici implicazioni educative: quella categoria generale che evoca l'ampio significato simbolico relativo al compimento di un'esperienza in senso lato. La possibilità, insomma, dopo aver fatto un'avventurosa escursione "iniziatica", di ritornare alla routine quotidiana con qualcosa in più rispetto a quando il viaggio ha avuto inizio (Consapevolezza, Cambiamento, Dono Magico, Invenzione Risolutiva, Elisir di lunga vita ecc.)" -Enrico Cocuccioni-

sabato, aprile 07, 2007

JACQUES TATI - CAROSONE - WIKIPEDIA & Tanta Buona Volontà


Jacques Tati -
- Carosone -
- Wikipedia
& Tanta Buona Volontà



Non è facile spiegare.


Non tanto i nomi, quelli stanno lì, si leggono distintamente.


La relazione, intendo. Il puntatore tra un nodo e l'altro.


Nodi, si insomma, nomi.


Allora un giorno prima di partire Cecere cita 'sto film (ne cita mille, si sà, preziosi, ma le cose - quelle vere - fanno sì che questo si posi lì, in attesa). Fortuna vuole che Five Star, 1550 University Avenue abbia lì in bella mostra 'sto Mon Oncle (Edizione Criterion). Lo vedi, e lo affitti, è chiaro, soprattutto se cerchi calore. Tatì è solletico e carezza. Pure Cecere. Dice Tati del suo MERAVIGLIOSO film: "-Di cosa tratta?- Il Signor e la signora Arpel hanno davvero tutto quel che vogliono, hanno raggiunto ogni successo, tutto è nuovo nella loro casa: il giardino è nuovo, la casa è nuova, i libri sono nuovi. E io penso che debbano essere avvertiti, qualcuno deve assolutamente dire al Signor Arpel: "Faccia attenzione, non si dimentichi un pizzico di humor! Suo figlio ha soli nove anni e penso che lei dovrebbe godersela di più e divertirsi con lui." La gente ritiene che questo sia un messaggio, ma non lo è: uno dovrebbe sentirsi libero di poter dire ad un uomo che sta costruendo una casa: "Attento. Potrebbe essere troppo ben fatta". Hi, hi, hi!


E la colonna sonora dove la mettiamo? Eccezionale.


E non mi stupisce il fatto che aprendo la cartella degli mp3, subito dopo la visione, mentre pascolavo sulla rete per saperne di più su questo Tati ( http://www.tativille.com/ ), salta fuori la mia (*) playlist del mitico Renato Carosone. Ritmo in bianco e nero che fonde carezze Napoletane e solletico Ammericano. Ci sta a pennello. In perfetta continuità con il sapore di Mon Oncle. Ridestato da "tu voi fà l'americano", scatta di nuovo la voglia di saperne di più riguardo alla storia di Carosone. Internet; Wikipedia: "'O sarracino". Mi si apre un altro mondo, esistono moltissime sezioni dialettali su questa esplosiva libera enciclopedia della rete, e fra le più attive, ovviamente, quella napoletana. Uno spasso, fateci un giro: http://nap.wikipedia.org/wiki/.





MORALE: riguarda il vero senso di tutte le precedenti inter-relazioni.
NEW MEDIA è il senso.
Nuova abilitazione a mediare contenuti (certi le chiamano tristemente informazioni, altri ancora più tristemente dati, certi altri, quelli che se lo possono permettere, basi di conoscenza).


2kg di lap-top (pardon, portatile), la connessione wire-less (pardon, senza fili) ad Internet e la giostra dell'edu-tainment (pardon dell'apprendimento piacevole) mi ha deliziato per tre ore di fila. O quattro, bhò.


Il vero dramma è che i contenuti bisogna volerli cercare, non ti cascano addosso come in Tv. Il dramma è che uso ne fai dei nuovi media, giusto? Tipo rubare spazio nella rete e nel vostro tempo per raccontare i fatti miei.


Ci vuole Tanta Buona Volontà.

venerdì, marzo 30, 2007

Salire sulle spalle del gigante per guardare più lontano

Niente paura, non sono diventato un invasato di tecnologia, ma certe cose non possono che incuriosire e stimolare divertenti (!) quesiti:

Quali Tipologie Edilizie per la vita su Marte?
Ce lo dice la NASA:
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=rub&cont_id=8665&cat_id=1329&stream=video&fromplayer=8665

Quale possibile interfaccia per migliorare il rapporto uomo computer?
Ce lo dicono al Cebit (Esposizione di Information Tecnology) di Hannover:
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=rub&cont_id=8098&cat_id=1329&stream=video

giovedì, marzo 29, 2007

Ma che c'è nella testa di questo F.O.Gehry?

Indagine sulla creatività
Sydney Pollack porta in sala il documentario "Frank Gehry, creatore di sogni" sull'architetto del Guggenheim di Bilbao. Un progetto nato dall'amicizia, dalla stima reciproca e dall'infinita curiosità del cineasta alla scoperta del processo creativo. Un estratto dal film.
[Dall'ultimo ESPRESSO on-line 29 marzo 2007]

giovedì, marzo 08, 2007

E' uscita la nuova PLAY-STATION 3

Si struttura su Public Space e Private Space e si gioca collaborativamente.

Nello Spazio Virtuale di PS3 si interagisce con gli altri attori on-line, world wide web, attraverso un'interfaccia con display privato e pubblico. Diventi un Avatar in un On Line Multi Massive Players Virtual Environment. Cioè contemporaneamente ad una cifra di gente (milioni!) da tutto il mondo si connette sulla rete tramite la PS3, prende le sembianze che preferisce in un ambiente virtuale che può modificare e gioca da solo e/o in gruppo ai giochi, fa cose, vede persone. Lui, il tuo Avatar, si costruisce la propria PS3 identità, si costruisce la Home, la propria casa, (dunque la propria città-community), la costruisce (o se la fa costruire) e la arreda come ha sempre sognato.
VEDI IL VIDEO
Con le regole che hanno definito i tecnici-sviluppatori della Sony.
Con efficiente pragmatismo americano dove la customizzazione è al primo posto.
L'esigenza di personalizzare il mondo che lo circonda per percepirne la proprietà.
Dove il "Piano Tipo" -città, edifici, appartamenti, stanze, aree funzionali- si moltiplica silente ed apparentemente innoquo attraverso una routine quantitativa. Sembra come la carta millimetrata, il foglio dove l' Individuo disegna la propria curva come funzione della propria vita.
Mi seduce e disorienta tanta oggettività ricorsiva, questa astrattata ripetizione che concorre hyper-efficacemente a definire il contesto.

Molto vicina alla logica del Computer.

venerdì, febbraio 23, 2007

La piazza, la camera, il salotto

...si, si, anch'io non ho resistito alla vocazione politica dei blogger progressisti,
la selezione e pubblicazione autoreferenziale di un articolo "che mi spiega come la penso".
Ma quanto c'ha ragione?

La piazza non è il sale della democrazia, ha affermato ieri a Bologna il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Aggiungendo che "ogni tema deve trovare la sua misura nelle istituzioni elettive". Il Presidente, così, ha denunciato in anticipo la causa della crisi che, poche ore dopo, si sarebbe consumata. Nelle istituzioni rappresentative, scosse, secondo alcuni, dalle manifestazioni di Piazza. Roma: assediata da Vicenza.
In effetti, la Piazza e la Camera (elettiva) sono entrambe parte della democrazia. La Piazza: l'Agorà greca, il luogo della democrazia degli antichi. Che evoca l'importanza della partecipazione, del confronto diretto con i cittadini. La Camera: il luogo della democrazia dei moderni, fondata sulla "rappresentanza", stabilita in base alla competizione elettorale fra candidati. Una buona democrazia dipende dall'equilibrio fra i due luoghi. Le decisioni spettano alla Camera. Ma il ruolo della Piazza resta importante. La sua voce può denunciare nuovi problemi e nuove domande; garantire sostegno oppure esprimere dissenso nei confronti delle istituzioni. Con effetti rilevanti. A seconda della capacità di ascolto, della legittimità, della rappresentatività di cui dispone la Camera.
Tuttavia, oltre alla Piazza e alla Camera, oggi, la nostra democrazia dipende dal (tele)Salotto. Dove le questioni e le crisi vengono affrontate in tempo reale. Di fronte a tutti. Com'è avvenuto ieri, dopo il voto al Senato, che ha determinato le dimissioni del governo Prodi. E' andata in onda la crisi a reti unificate. A "Otto e mezzo", a "Porta a Porta", a "Matrix". A "Ballarò", in edizione speciale. E su Sky, a tempo pieno.
La politica fa spettacolo, quando si vota e in tempo di crisi (il che è, più o meno, lo stesso). Quando riesce a promuovere, oltre ai "soliti noti", anche i comprimari. Così da Floris, insieme a Giordano e Schifani (onnipresenti), c'era il signor Rossi. Seduto da solo, al centro della scena. Emblema dell'inaffidabilità della sinistra radicale. "Protagonista" simbolico - capro espiatorio- della crisi del centrosinistra. Il (tele) Salotto. Garantisce una visibilità, una popolarità, una notorietà, che nessuna Camera e nessuna Piazza possono offrire. Qui, appunto, vediamo un problema, non irrilevante, per la nostra democrazia. Fra la Piazza, la Camera e il Salotto: il luogo più opaco, il più fragile ci pare il secondo.

ILVO DIAMANTI
La Repubblica del 22 febbraio 2007

mercoledì, febbraio 21, 2007

MIT Lab... urinatoio videogame

Nooooooooo!
Và bene che il videogame è il pass-partout per arrivare a coniugare la Scienza con il Pubblico, ma questa mi fa troppo ridere...
Vi prego di gustarvi questa video rappresentazione: si tratta di un esperimento "You’re In Control" finanziato e sviluppato al M.I.T. media Lab che fa use della computation to enhance the act of urination.

Hi, hi, hi!

sabato, febbraio 17, 2007

FILTER MEDIATED DESIGN


Questa è decisamente interessante.

Una dritta del prof. Kalay:


dal MIT con furore:


Architectural design involves the integration of diverse, sometimes conflicting, concepts and requirements into a coherent single composition. [...]

FDM proposes a method for negotiating architectural design across domains, by examining issues of ontology, perception, generation and evaluation.

martedì, febbraio 06, 2007

FCDA: stanford

FCDA: Distributed CAD forCollaborative Design
Lab Objectives:
Collaborative work of an architect and a structural engineer,
each using their discipline CAD model and agent.
1 Communicate information that you have created conncurrently.
2 Communicate design changes.
3 Request information.

Antonio questa è per te!
Segui la tua indole più sincer: fai il Ricercatore!

Key Centre of Design Computing and Cognition - University of Sydney

Key Centre of Design Computing and Cognition - University of Sydney
giravo sul web ed ho scoperto due cose:
1. questo testo DCC'06 di John Gero (la parte sulla collaborative da leggere)
2. che si può "postare" una pagina web sul proprio blog on fly, mentre si naviga

Chi gira lecca, chi sta fermo si secca!

venerdì, febbraio 02, 2007

Oggi la prima revisione on-line

Già, già...
studente Gissara chiama - assistente Armando risponde!
Ho appena pubblicato ufficialmente il sito web che ospiterà
le revisioni a distanza a supporto dei poveri studenti abbandonati
dal sottoscritto in corso d'opera!
Sia ben chiaro che i poverini stanno in ottime mani,
anche migliori delle mie,
e se nun se danno da fà sul serio,
manco gli Incontri Ravvicinati del 4° Tipo
li potranno aiutare a sviluppare sto progetto...

Ciò non toglie che anche dalla California
io non possa dare un contributo a chi ne sentise il bisogno.
E' un'estensione delle aule virtuali dei
Laboratori di Progettazione
di Architettura Tecnica 2
e Architettura Tecnica e Tipologie Edilizie
già presenti su Moodle-La Sapienza.
I tempi cambiano, cambiano anche gli strumenti per fare revisione.

martedì, gennaio 30, 2007

01. video-diario

Where?- dove?

C'era una volta la Bay Area,
la zona della Baia di San Francisco...
al di qua del ponte, tra il mare e le verdi colline,
spicca Berkeley, (guardate che sito il comune, un modello di partecipazione!)
un paesone con più di 100mila abitanti (ma dove sono?)
un' isola felice, una città di freackettoni intellettuali e sorridenti,
dove regna il pensiero critico, la tolleranza e la libertà (?!)

Sì, è negli United States of America.

Dalla pagina del comune di Berkeley:
"Incorporated in 1878, Berkeley continues to welcome newcomers from all backgrounds, foster close community ties, and live up to its reputation as an innovative, exciting, and fun place to live. Over 83% of its residents rate Berkeley an "excellent" or "good" place to live. When asked what they like most about living in Berkeley, residents repeatedly cite cultural diversity, art, beautiful parks, innovative businesses, and friendliness amongst neighbors. "

Dai vieni a farmi una visita virtuale con google-map, clicca qui:

CARO PROFESSOR CECERE



Karo KardioProf,

mi mancano da morire le nostre effusioni dolci e perverse!
Mi viene il magone, mentre pedalo
-con le sinapsi cerebrali e gli italici quadricipiti
ancora rigogliosamente guizzanti-
se penso a quella festa di addio!!!
"Vai, Armà" recitava il goloso ricamo pasticcero.
Sarà stato lo spumante friccicoso, quella torta cioccolosa,
la bandiera koreana che svettava sibillina,
la SINCERA (yes) partecipazione degli studenti
(ehm, meglio ancora, delle tostissime studentesse!)
-che regala, definitiva, un senso all'Accademia-
saranno tutti 'sti volti sorridenti che mi danno forza e coraggio...
così capita che a GMT -9 io non mi senta mai solo. Anzi.
Uno spocchioso ambasciatore funky,
ecco cosa sono,
di cotanta energia positiva,
e di una Scuola,
che da quaggiù riesco a distinguere
e ad apprezzare con sorprendente lucidità.
Io sono voi, che vi credete?
Sono la vostra giovinezza al passo con i tempi.
Sono l'inatteso senso che può assumere il Vostro testo destrutturato:
la matita e il Metodo delle meravigliose revisioni di Cavallari,
i luoghi della Coscienza e la forza del Sogno
che solo Lei sa evocare ed insegnare così bene,
sono la forza della Ragione ed il lucido senso del progetto-prodotto-costruzione di Carrara,
sono il frutto succoso del fecondo Pessimismo del Maestro Mezzadri,
la geniale post-ideologia vogliosa di smentite di Antonio Fioravanti.
Anche Mandolesi, quaggiù con me: forte e chiaro, come a Praga per l'Erasmus.
Sono il mio tentativo di essere tutto questo.

Sono addolorato per la tristezza in cui versa il nostro dottorato:
mi resta difficile spiegare ai miei colleghi quaggiù
che noi non abbiamo classi interdisciplinari per corsi di dottorato.
E questo non significa che i miei colleghi quaggiù siano meglio di noi.
Ma con buona probabilità lo diventeranno. Sigh!
Come cambiare le cose?
Non credo che bastino i singoli nè per la ricerca nè per la didattica
(a che servono gli "individui Ordinari", o peggio i "Collegi scollegati"... )
minimo andrebbero strutturati dei corsi
inclusi in una rete di Facoltà, o meglio di Ateneo o meglio interAteneo :
aperti ai finanziamenti esterni per riattivare la ricerca e foraggiare la didattica.
Ma non genuflessi al Padrone Denaro,
bensì attenti a rilanciarsi nella Società come Motore della Cultura,
a costituirsi come pensiero critico attendibile e qualificato,
che nel Mercato possa assumere il valore di un Marchio di Qualità.
Berkeley sembra un grosso centro sociale urbano,
senza quelle zecche sclerotizzate che incontri a Forte Preneste però,
dove tutto funge, ma non come la Svizzera però,
dove la gente sorride bendisposta, ma non come a messa a Natale,
nell'Università (pubblica), insomma, non c'è aria di sottomissione:
nè Intel, nè Second Life, nè Permasteelisa:
pigliano i soldi e li criticano pure "tranquillamente" in faccia! ).
Tornando al nostro Dottorato...
NO FUTURE! così c'era scritto sulla maglietta di Sid Vicious.
Ed i Sex Pistols con the Great Rock'n'Roll Swindle
sono la più famosa punk-band della storia.
Qui il prof alla riunione settimanale chiede:
chi vuole essere pagato per partecipare ad uno di questi progetti di ricerca?
Un ciociaro trentaquattrenne si impressiona, è chiaro.
Gira delle email dove si richiedono partecipazioni
a progetti allettanti di altre Università del Mondo.
Stimoli continui alle pubblicazioni per i vari convegni.
Mailing list con inviti a cene alla Nasa per politiche di sostenibilità energetica.
Microsoft che chiede idee per investire in ricerca avanzata.
E quando si parla di progetti di ricerca, non si tratta di onanismo monodisciplinare,
magari protetto da qualche ICAR; qua si tratta di una giostra di intellettuali,
musica, scienze sociali e politiche, teatro, giornalismo, fisica applicata.
Tutti intorno a un tavolo ad ascoltarsi ed interrogarsi... contenti.
Qui, alla University of California at Berkeley si vive veramente il sogno.

Mondo vs Roma?
No, per carità.

Per dirla tutta, di mondo ne ho visto un bel pezzo,
ed io, per il momento, continuo a sognare il mio posto lì,
al fottutissimo D.A.U. per l'Ingegneria (che cavolo di nome!)
a combattere per la ricostruzione.

Armando

venerdì, gennaio 19, 2007

U.C. BERKELEY: PRIMA SESSIONE INFORMATIVA del 19-01-2007

MISSIONE PRESSO LA U.C. BERKELEY - CENTER FOR NEW MEDIA, Spring Semester '07 PRIMA SESSIONE INFORMATIVA : 19-01-2007

Caro Prof, caro Antonio, illuminati miei sponsor, spero che tra le righe di questa mail si riesca a percepire l'emozione giuliva che accompagna le mie giornate americane! Vi informo che ho incontrato proprio ieri pomeriggio il Prof. Kalay, ancora stonato dal jet leg poichè appena rientrato da Singapore, mi ha dato ufficialmente il benevenuto a Berkeley, mi ha suggerito di risolvere quella che in termini di strategia militare si chiamerebbe my "home-base", mi ha promesso che leggerà le "Notes on Collaboration" più approfonditamente per poterne discutere insieme, anche in vista di una serie di riunioni con Yongwook ed un Professore koreano che verrà in visita. A proposito di Yong, l'ho incontrato di fretta pochi giorni fa nella stanza "del dottorato" che condividiamo con altri ca. 10 colleghi, (ha 35 anni è simpatico! e tiene famiglia) si è rivelato molto felice di poter lavorare insieme, di aver ascoltato da me alcune parole chiave che riguardano la nostra ricerca comune, dice che qui non riesce a parlarne con nessun altro collega, mi ha fatto vedere il sito che ha trovato da poco ma che esiste da tanto su un game collaborativo sviluppato in un corso del MIT: http://ocw.mit.edu/OcwWeb/Civil-and-Environmental-Engineering/1-012Spring2002/Projects/detail/delta_design_task.htm niente male, da approfondire! Tra gli altri colleghi (mediamente con una preparazione molto specialistica - sorattutto i koreani- e scarse basi culturali nel senso più ampio) spiccano: una koreana battezzata cristiana con il nome di Cecilia, (una macchina-automatica-no-anima) al terzo anno di phd che ha il piglio della colonnella, parla un inglese incomprensibile, ma sembra molto produttiva e determinata nella sua specializzazione, su ambienti virtuali multiutente per l'enviromental design; ed un altro tipo interessante, che parla anche un pò di italiano, ha cominciato da poco il phd e sembra orientato alla progettazione collaborativa con gli ICT, alla luce di una esperienza lavorativa appena conclusa nello studio di Gehry... Venendo alla didattica, l'offerta dei corsi è succulenta, decisamente ampia e seducente, per il momento ho seguito la prima lezione dei due corsi di Kalay: una tenuta da lui ieri pomeriggio (ho capito quasi tutto, lui parla un ottimo inglese, of course! -ed ho fatto anche i miei interventuci non banali - yes! ) Molto interessante, di coinvolgente attualità, che ricalca, sistematizzandoli, parecchi contenuti delle nostre riunioni romane, offrendo spunti per riflessioni ed approfondimenti in un contesto ultra contemporaneo. Il metodo didattico è decisamente easy going, tavolone quadrato intorno al quale siedono max 12 studenti provenienti dalle facoltà più disparate (musica, studi africani, scienze politiche, arch, ing, computer science, arte), il docente docet con power-point di supporto, invitando e stimolando spesso il confronto ed il dibattito con noi, cercando di insegnare - almeno per questo corso - come dice Kalay "not a tool-kit, but a way to ask questions". Va da sè che ogni lezione gode del supporto di alcune note che vengono distribuite in formato cartaceo, e di un sito web del corso on line che è continuamente aggiornato, da cui si può scaricare materiale fino alla settimana successiva, si trovano tutte le info necessarie per seguire, partecipare ed approfondire. Uno, RESEARCH METHODS IN NEW MEDIA, è questo: http://dream.sims.berkeley.edu/~morganya/cnm200/index.php L'altro, BUILDING VIRTUAL WORLDS: http://www.ocf.berkeley.edu/~ceciliak/muve/ Mi tocca sgobbare, insomma! Ma è un vero piacere in questo "incubatore" fertile e stimolante. Nel frattempo ho trovato casa dopo aver visitato innumerevoli interni Berkeleyesi, praticamente un simpatico gioco per conoscere meglio questo contesto che sa di miracolo se paragonato ad altre città ammericane! Un mucchio di personaggi alternativi, che si relazionano con sorriso e totale tolleranza verso il prossimo. Pure troppa.
Un saluto affettuoso,
Armando