Questo è un DIARIO DIGITALE. Le pagine che sto scrivendo si propongono di raccogliere in maniera sistematizzata il materiale documentale (ed emozionale!) che segna la mia meravigliosa esperienza di ricerca congiunta con l'U.C. Berkeley - Center for New Media "Una giocosa avventura che costituisce l'occasione per un vero salto di qualità nella mia formazione" Sarà capace di farcela il giovane ciociaro volante? Giammai, senza di voi!

venerdì, febbraio 23, 2007

La piazza, la camera, il salotto

...si, si, anch'io non ho resistito alla vocazione politica dei blogger progressisti,
la selezione e pubblicazione autoreferenziale di un articolo "che mi spiega come la penso".
Ma quanto c'ha ragione?

La piazza non è il sale della democrazia, ha affermato ieri a Bologna il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Aggiungendo che "ogni tema deve trovare la sua misura nelle istituzioni elettive". Il Presidente, così, ha denunciato in anticipo la causa della crisi che, poche ore dopo, si sarebbe consumata. Nelle istituzioni rappresentative, scosse, secondo alcuni, dalle manifestazioni di Piazza. Roma: assediata da Vicenza.
In effetti, la Piazza e la Camera (elettiva) sono entrambe parte della democrazia. La Piazza: l'Agorà greca, il luogo della democrazia degli antichi. Che evoca l'importanza della partecipazione, del confronto diretto con i cittadini. La Camera: il luogo della democrazia dei moderni, fondata sulla "rappresentanza", stabilita in base alla competizione elettorale fra candidati. Una buona democrazia dipende dall'equilibrio fra i due luoghi. Le decisioni spettano alla Camera. Ma il ruolo della Piazza resta importante. La sua voce può denunciare nuovi problemi e nuove domande; garantire sostegno oppure esprimere dissenso nei confronti delle istituzioni. Con effetti rilevanti. A seconda della capacità di ascolto, della legittimità, della rappresentatività di cui dispone la Camera.
Tuttavia, oltre alla Piazza e alla Camera, oggi, la nostra democrazia dipende dal (tele)Salotto. Dove le questioni e le crisi vengono affrontate in tempo reale. Di fronte a tutti. Com'è avvenuto ieri, dopo il voto al Senato, che ha determinato le dimissioni del governo Prodi. E' andata in onda la crisi a reti unificate. A "Otto e mezzo", a "Porta a Porta", a "Matrix". A "Ballarò", in edizione speciale. E su Sky, a tempo pieno.
La politica fa spettacolo, quando si vota e in tempo di crisi (il che è, più o meno, lo stesso). Quando riesce a promuovere, oltre ai "soliti noti", anche i comprimari. Così da Floris, insieme a Giordano e Schifani (onnipresenti), c'era il signor Rossi. Seduto da solo, al centro della scena. Emblema dell'inaffidabilità della sinistra radicale. "Protagonista" simbolico - capro espiatorio- della crisi del centrosinistra. Il (tele) Salotto. Garantisce una visibilità, una popolarità, una notorietà, che nessuna Camera e nessuna Piazza possono offrire. Qui, appunto, vediamo un problema, non irrilevante, per la nostra democrazia. Fra la Piazza, la Camera e il Salotto: il luogo più opaco, il più fragile ci pare il secondo.

ILVO DIAMANTI
La Repubblica del 22 febbraio 2007

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