Questo è un DIARIO DIGITALE. Le pagine che sto scrivendo si propongono di raccogliere in maniera sistematizzata il materiale documentale (ed emozionale!) che segna la mia meravigliosa esperienza di ricerca congiunta con l'U.C. Berkeley - Center for New Media "Una giocosa avventura che costituisce l'occasione per un vero salto di qualità nella mia formazione" Sarà capace di farcela il giovane ciociaro volante? Giammai, senza di voi!

martedì, gennaio 30, 2007

CARO PROFESSOR CECERE



Karo KardioProf,

mi mancano da morire le nostre effusioni dolci e perverse!
Mi viene il magone, mentre pedalo
-con le sinapsi cerebrali e gli italici quadricipiti
ancora rigogliosamente guizzanti-
se penso a quella festa di addio!!!
"Vai, Armà" recitava il goloso ricamo pasticcero.
Sarà stato lo spumante friccicoso, quella torta cioccolosa,
la bandiera koreana che svettava sibillina,
la SINCERA (yes) partecipazione degli studenti
(ehm, meglio ancora, delle tostissime studentesse!)
-che regala, definitiva, un senso all'Accademia-
saranno tutti 'sti volti sorridenti che mi danno forza e coraggio...
così capita che a GMT -9 io non mi senta mai solo. Anzi.
Uno spocchioso ambasciatore funky,
ecco cosa sono,
di cotanta energia positiva,
e di una Scuola,
che da quaggiù riesco a distinguere
e ad apprezzare con sorprendente lucidità.
Io sono voi, che vi credete?
Sono la vostra giovinezza al passo con i tempi.
Sono l'inatteso senso che può assumere il Vostro testo destrutturato:
la matita e il Metodo delle meravigliose revisioni di Cavallari,
i luoghi della Coscienza e la forza del Sogno
che solo Lei sa evocare ed insegnare così bene,
sono la forza della Ragione ed il lucido senso del progetto-prodotto-costruzione di Carrara,
sono il frutto succoso del fecondo Pessimismo del Maestro Mezzadri,
la geniale post-ideologia vogliosa di smentite di Antonio Fioravanti.
Anche Mandolesi, quaggiù con me: forte e chiaro, come a Praga per l'Erasmus.
Sono il mio tentativo di essere tutto questo.

Sono addolorato per la tristezza in cui versa il nostro dottorato:
mi resta difficile spiegare ai miei colleghi quaggiù
che noi non abbiamo classi interdisciplinari per corsi di dottorato.
E questo non significa che i miei colleghi quaggiù siano meglio di noi.
Ma con buona probabilità lo diventeranno. Sigh!
Come cambiare le cose?
Non credo che bastino i singoli nè per la ricerca nè per la didattica
(a che servono gli "individui Ordinari", o peggio i "Collegi scollegati"... )
minimo andrebbero strutturati dei corsi
inclusi in una rete di Facoltà, o meglio di Ateneo o meglio interAteneo :
aperti ai finanziamenti esterni per riattivare la ricerca e foraggiare la didattica.
Ma non genuflessi al Padrone Denaro,
bensì attenti a rilanciarsi nella Società come Motore della Cultura,
a costituirsi come pensiero critico attendibile e qualificato,
che nel Mercato possa assumere il valore di un Marchio di Qualità.
Berkeley sembra un grosso centro sociale urbano,
senza quelle zecche sclerotizzate che incontri a Forte Preneste però,
dove tutto funge, ma non come la Svizzera però,
dove la gente sorride bendisposta, ma non come a messa a Natale,
nell'Università (pubblica), insomma, non c'è aria di sottomissione:
nè Intel, nè Second Life, nè Permasteelisa:
pigliano i soldi e li criticano pure "tranquillamente" in faccia! ).
Tornando al nostro Dottorato...
NO FUTURE! così c'era scritto sulla maglietta di Sid Vicious.
Ed i Sex Pistols con the Great Rock'n'Roll Swindle
sono la più famosa punk-band della storia.
Qui il prof alla riunione settimanale chiede:
chi vuole essere pagato per partecipare ad uno di questi progetti di ricerca?
Un ciociaro trentaquattrenne si impressiona, è chiaro.
Gira delle email dove si richiedono partecipazioni
a progetti allettanti di altre Università del Mondo.
Stimoli continui alle pubblicazioni per i vari convegni.
Mailing list con inviti a cene alla Nasa per politiche di sostenibilità energetica.
Microsoft che chiede idee per investire in ricerca avanzata.
E quando si parla di progetti di ricerca, non si tratta di onanismo monodisciplinare,
magari protetto da qualche ICAR; qua si tratta di una giostra di intellettuali,
musica, scienze sociali e politiche, teatro, giornalismo, fisica applicata.
Tutti intorno a un tavolo ad ascoltarsi ed interrogarsi... contenti.
Qui, alla University of California at Berkeley si vive veramente il sogno.

Mondo vs Roma?
No, per carità.

Per dirla tutta, di mondo ne ho visto un bel pezzo,
ed io, per il momento, continuo a sognare il mio posto lì,
al fottutissimo D.A.U. per l'Ingegneria (che cavolo di nome!)
a combattere per la ricostruzione.

Armando

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